Dal Decreto “Cura Italia” 25 miliardi in soccorso del tessuto produttivo
L’emergenza Coronavirus rischia di mettere in ginocchio l’economia nazionale. Il Decreto n. 18 del 17 marzo racchiude le prime misure di aiuto al mondo imprenditoriale.
Le ultime disposizioni del Governo per aiutare le imprese a fronteggiare l’emergenza Coronavirus sono contenute nel Decreto “Cura Italia” n. 18 del 17 marzo 2020, un articolato provvedimento da 25 miliardi di euro il cui testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 70 del 17 marzo 2020.
Passiamo qui sinteticamente in rassegna alcune delle forme di sostegno previste per imprese e Pmi.
Posticipati i versamenti di ritenute, contributi e premi assicurativi e gli adempimenti tributari
L’articolo 61 del Decreto allarga a un vasto numero di attività le agevolazioni previste, nel precedente Decreto 9/2020, solo per il settore turistico-alberghiero.
Ora invece anche i gestori di palestre e centri sportivi, solo per fare alcuni esempi, di asili nido e di centri per l’assistenza ai disabili, gli organizzatori di fiere e corsi, possono fruire dello stop dei versamenti di ritenute, contributi e premi assicurativi (l’elenco completo delle attività interessate si trova al comma 2 dell’articolo 61).
Per loro sospesi anche i versamenti Iva con scadenza marzo 2020.
Tutti i pagamenti vengono rinviati (senza applicazione di interessi) con termine ultimo 31 maggio 2020 e potranno essere effettuati in un’unica soluzione o rateizzati fino a cinque quote mensili.
Lo stop dei versamenti riguarda anche gli imprenditori, esercenti e professionisti che nel 2019 non hanno superato i 2 milioni di fatturato.
La sospensione dei versamenti Iva è comunque valida, indipendentemente dall’ammontare dei ricavi, per gli imprenditori e i professionisti con il domicilio fiscale, la sede legale o operativa nelle province di Bergamo, Cremona, Lodi e Piacenza.
Per tutti i soggetti operanti nel territorio italiano sono invece sospesi “gli adempimenti tributari diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, che scadono nel periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 maggio 2020” (art. 62).
Andranno effettuati entro il 30 giugno, senza applicazione di sanzioni.
Una menzione del Mise per chi non si avvale della sospensione dei versamenti
Il Decreto prevede anche un riconoscimento per chi deciderà di non avvalersi della sospensione dei versamenti e ne effettuerà uno o più. Se lo comunicherà al Ministero dell’economia e delle finanze, riceverà una menzione ufficiale.
Il sostegno finanziario alle Pmi
Per sostenere finanziariamente le Pmi italiane il Decreto “Cura Italia” istituisce un Fondo centrale, che resterà attivo per 9 mesi a partire dalla data di emissione del Decreto stesso, con lo scopo di fornire garanzie per prestiti fino a 5 milioni di euro destinati a investimenti o alla ristrutturazione di situazioni debitorie.
Per quanto riguarda le aperture di credito e i prestiti già ottenuti alla data di pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale, questi non potranno essere revocati in nessuna misura fino al 30 settembre 2020.
I prestiti con scadenza contrattuale anteriore al 30 settembre, sono prorogati fino a tale data.
I mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, rate o canoni di leasing che scadono prima del 30 settembre 2020 sono sospesi fino a questo termine.
Il piano di rimborso dovrà essere dilazionato senza produrre nuovi o maggiori oneri per le due parti.
Liquidità per le imprese
Alle imprese il cui fatturato si sta contraendo a causa dell’emergenza Coronavirus, Cassa Depositi e Prestiti è autorizzata dal Decreto a concedere liquidità tramite gli istituti di credito.
Per questo Cdp ha messo a disposizione una provvista di 3 miliardi di euro, a tassi calmierati, riservata alle banche italiane partner.
Lo Stato garantirà in favore di Cassa Depositi e Prestiti fino a un massimo dell’ottanta per cento dell’esposizione.
Altre misure finanziarie
Le società che decidessero di cedere a titolo oneroso, entro il 31 dicembre 2020, crediti pecuniari vantati nei confronti di debitori inadempienti, potranno trasformare in credito d’imposta le attività per imposte anticipate riferite a tali crediti.
Agli esercenti il Decreto “Cura Italia” riconosce un credito d’imposta pari al 60 per cento del canone di locazione per il loro negozio relativo al mese di marzo (immobili rientranti nella categoria catastale C/1).
Chi può chiedere il trattamento di integrazione salariale?
Il Decreto prevede che i datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per l’emergenza Coronavirus, possano richiedere il trattamento ordinario di integrazione salariale a partire dal 23 febbraio 2020, per una durata massima di 9 settimane, e comunque entro il mese di agosto 2020.
Le aziende richiedenti sono dispensate dall’obbligo della preventiva consultazione sindacale e dal redigere la relazione tecnica normalmente prevista in questi casi; dovranno fornire solo l’elenco dei lavoratori beneficiari.
A chi spetta la cassa integrazione 2020?
Il Decreto “Cura Italia” riconosce a tutti i datori di lavoro del settore privato la cassa integrazione salariale in deroga 2020 per un periodo non superiore alle 9 settimane.
Per accedervi occorre un accordo, concluso anche telematicamente, con le organizzazioni sindacali. Non necessitano di questo accordo le richieste dei datori di lavoro che hanno massimo cinque dipendenti.
Probabilmente al Decreto del 17 marzo seguiranno altre deliberazioni volte a sostenere il mondo imprenditoriale italiano.
Lo ha anticipato Stefano Patuanelli, ministro per lo Sviluppo economico, in un suo articolo su LinkedIn: “Nelle prossime settimane faremo due provvedimenti: uno guarda ad alcuni settori in cui dobbiamo prepararci a cogliere la ripresa delle attività. Dobbiamo pensare a un decreto crescita bis che contenga l’ecobonus al 120%, la banca pubblica degli investimenti, lo sblocco dei cantieri sul modello Genova. Poi dovremo utilizzare altre risorse per continuare il percorso iniziato con il decreto da 25 miliardi”.
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