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Una giovane donna lavora al suo computer

Voglia di lavoro autonomo? Prendi in considerazione il regime forfettario

Per i liberi professionisti e per chi apre una ditta individuale la normativa offre un regime semplificato dal punto di vista fiscale e contabile. Scopri come funziona e quali cambiamenti potrebbero presto interessarlo.

Fra i fenomeni innestati dalla pandemia va annoverato quello che negli Stati Uniti è stato definito Great Resignation, cioè il significativo aumento di dimissioni volontarie dal posto di lavoro, registratosi soprattutto nella seconda metà del 2021.

Il fenomeno riguarda anche i Paesi europei, tra cui l’Italia, dove il “quit rate”, il tasso di chi si licenzia, è aumentato del 2,1% nel 2021.

Pare che la pandemia abbia messo in primo piano valori (come la soddisfazione delle proprie aspirazioni, una maggior libertà nella gestione del tempo, da dedicare anche ai propri cari) spesso sacrificati in precedenza in nome della carriera, del posto fisso e dello stipendio sicuro.

Fra i tanti che si dimettono in cerca di un lavoro migliore, molti scelgono la strada della libera professione, soprattutto nell’ambito dell’informatica, del marketing e della comunicazione, ma non solo.

Se sei tra questi, rifletti attentamente sulla tua scelta. Prima di partire, considera le risorse su cui potrai contare fino a che il tuo business non sarà decollato, come e dove reperire i clienti, come promuoverti.

Dopo aver tratteggiato un sostenibile business plan, allora sarai pronto per aprire la tua Partita Iva.

Per le ditte individuali come la tua è previsto un regime semplificato a livello fiscale e contabile: si tratta del regime forfettario, detto anche Partita Iva agevolata.

Scopriamone le caratteristiche principali. 

Regime forfettario: quali i vantaggi?

Il principale vantaggio del regime forfettario è l’esenzione dall’applicazione dell’Iva: ai prezzi dei beni o dei servizi da te offerti non dovrai aggiungere l’aliquota Iva (che può essere del 4, del 10 o del 22%).

Questo, oltre a darti un vantaggio competitivo (i tuoi prezzi saranno inferiori rispetto a quelli di chi deve applicare l’Iva), significa che non dovrai farti carico della dichiarazione Iva annuale o trimestrale, un adempimento impegnativo.

Per quanto riguarda la tassazione, verserai un’unica imposta annuale, detta imposta sostitutiva, fruendo di un’aliquota fissa sull’imponibile:

  • del 5% per le startup nei primi 5 anni di attività;
  • del 15% per le altre Partite IVA.

Considera però che, nel calcolo dell’imposta sostituiva, non potrai portare in deduzione o detrazione le spese sostenute.

Come si definisce la startup nel regime forfettario

Per poter definire startup la tua ditta individuale – e quindi fruire dell’aliquota del 5% –  non dovrai aver esercitato, nei tre anni precedenti l’avvio, alcuna attività artistica, professionale o d’impresa.

Inoltre l’attività che stai per intraprendere non dovrà essere la mera prosecuzione di quella svolta in precedenza come lavoratore dipendente. 

In caso lo fosse, l’ammontare dei ricavi e dei compensi nel periodo d’imposta precedente non dovrà superare il limite per l’accesso al regime forfettario.  

Quali sono i requisiti per aprire una Partita Iva in regime forfettario?

Potrai accedere al regime forfettario se:

  • i tuoi ricavi o compensi non superano i 65.000 euro all’anno;
  • non oltrepassi i 20.000 euro annui per le spese riguardanti collaboratori esterni;
  • non percepisci più di 30.000 euro da lavoro dipendente o da pensione.

Come calcolare l’ammontare dell’imposta sostitutiva

Per sapere a quanto ammonterà nel tuo caso l’imposta sostitutiva, dovrai moltiplicare il fatturato per il coefficiente di redditività e poi moltiplicare tale risultato per l’aliquota fiscale del 5% o 15%.

Cos’è il coefficiente di redditività?

Lo Stato, in base ai costi che presume l’imprenditore debba affrontare, calcola le tasse solo su una parte di fatturato, che varia a seconda della tipologia di attività. 

Ad esempio, per i professionisti non iscritti alla Camera di Commercio si tratta del 78% del fatturato, mentre per gli artigiani la percentuale è del 67%.

I contributi previdenziali

Le aliquote agevolate del 5 e del 15% non riguardano i contributi previdenziali, che vanno calcolati e pagati a parte. 

I liberi professionisti devono iscriversi alla Gestione Separata Inps, un fondo pensionistico finanziato con i contributi previdenziali obbligatori dei lavoratori assicurati.

L’aliquota relativa ai contributi, per i professionisti iscritti solo alla Gestione Separata e titolari di partita Iva senza cassa e albo, è attualmente del 25,98%.

La spesa per i contributi previdenziali è però l’unica spesa detraibile nel regime forfettario.

Quanto costa aprire una Partita Iva con regime forfettario

Aprire una Partita IVA forfettaria presso l’Agenzia delle Entrate come libero professionista o ditta individuale non prevede costi.

Dovrai comunicare all’Agenzia delle Entrate l’inizio della tua attività tramite il modello AA9/7 (ditta individuale e lavoratori autonomi), scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate e trasmissibile, una volta compilato, anche per via telematica.

Tale procedura è del tutto gratuita.

In realtà, data la complessità della modulistica, potrebbe esserti utile avvalerti della consulenza di un professionista, che richiederà un compenso.

È fondamentale, ad esempio, la scelta del corretto Codice Ateco relativo alla tua attività. Innanzi tutto, non tutti i Codici Ateco possono essere inquadrati nella Gestione Separata Inps

Inoltre il Codice Ateco determina il coefficiente di redditività

Alcune attività artigianali o commerciali richiedono invece ulteriori pratiche, come l’iscrizione in Camera di Commercio, con i relativi costi. 

Quali adempimenti prevede il regime forfettario

Se il regime forfettario offre diverse agevolazioni, prevede comunque alcuni adempimenti.

Se la tua attività è fra quelle esonerate dall’obbligo di emettere fattura, sei comunque tenuto a emettere lo scontrino elettronico, per la cui emissione e trasmissione all’Agenzia delle Entrate dovrai acquistare un registratore telematico oppure adeguare quello che hai già in uso o utilizzare i servizi online della stessa Agenzia delle Entrate.

Per l’acquisto o l’adeguamento del registratore sono fra l’altro previsti dei crediti d’imposta.

Se invece emetti fatture, al momento per le Partite Iva forfettarie non c’è l’obbligo di fatturazione elettronica, che è però all’orizzonte, come approfondiremo più avanti nell’articolo.

Infine, le fatture emesse dai forfettari prevedono un’imposta di bollo da 2 euro quando l’importo della fattura supera euro 77,47. 

Il regime forfettario 2022

Nella Legge di Bilancio 2022 il Governo Draghi non ha apportato modifiche al regime forfettario.

In realtà appena dietro l’angolo potrebbe esserci l’entrata in vigore dell’obbligo della fatturazione elettronica anche per i forfettari.

Il MEF sta infatti elaborando le misure operative per il secondo trimestre 2022 per l’applicazione della Riforma fiscale, indispensabile per ottenere dall’Europa i fondi del Pnrr.

Tra le richieste europee c’è appunto l’introduzione dell’obbligo senza esenzioni della fatturazione elettronica, quindi forfettari compresi.

Tale obbligo potrebbe di conseguenza scattare a metà del 2022.

Questo cambiamento dovrebbe però costringere l’Esecutivo ad apportare diverse modifiche al Decreto Legislativo n. 127/2015, che ha istituito la fatturazione elettronica. Ciò potrebbe condurre a un’ulteriore proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo.

Il consiglio è comunque quello di iniziare a informarsi per non essere colti alla sprovvista. 

Il regime forfettario fa per te?

Ti abbiamo fornito i principali elementi per valutare se il regime forfettario faccia al caso tuo.

Il nostro consiglio è quello di confrontarti con un professionista, in modo da compiere il passo del lavoro autonomo in tutta sicurezza.

Il nostro studio di commercialisti in Gallarate, ma anche online, ti saprà indicare se il tuo progetto di impresa individuale ha la forza per sostenersi e, se sì, ti accompagnerà nelle procedure per l’apertura della Partita Iva, per l’accesso al regime forfettario e l’iscrizione alla Gestione Separata Inps, per l’eventuale avvio della fatturazione elettronica e nel muovere i primi passi nel nuovo mondo della libera professione.