Trattamento di Fine Mandato (TFM): guida essenziale per amministratori e società
Calcolo, tassazione e funzione: l’importanza del TFM nel definire le responsabilità e le aspettative degli amministratori di società di capitali.
Il Trattamento di Fine Mandato (TFM) rappresenta una sorta di “indennità” che viene corrisposta agli amministratori al termine del loro incarico all’interno di una società di capitali. Tale indennità ha l’obiettivo di riconoscere il contributo e l’impegno profuso dall’amministratore durante il suo mandato.
A chi si applica specificatamente? Il TFM è previsto per gli amministratori di società di capitali, tra cui spiccano le società per azioni (S.p.A.), le società a responsabilità limitata (S.r.l.) e le società in accomandita per azioni (S.a.p.A.).
Sebbene il TFM non sia un concetto nuovo nell’ambito del diritto societario italiano, negli ultimi anni ha guadagnato particolare rilevanza a causa delle continue evoluzioni normative e della crescente complessità nella gestione delle società di capitali nel nostro Paese.
La sua esistenza e applicazione si radicano nella necessità di bilanciare gli interessi dell’amministratore con quelli della società, creando un equilibrio tra doveri e diritti.
Riferimenti normativi
Il TFM non è disciplinato da una norma specifica, ma da un combinato disposto dagli articoli 2120 e il 2364 del Codice Civile.
In base a tali articoli, la società può stabilire un compenso aggiuntivo e differito per i propri amministratori, purché tale compenso sia previsto dallo statuto o da una delibera assembleare con data certa anteriore all’inizio del mandato.
Il TFM è, quindi, una forma di remunerazione aggiuntiva rispetto al compenso ordinario erogato agli amministratori, che per quanto mostri similitudine rispetto al TFR (Trattamento di Fine Rapporto) a favore del dipendente, ne differisce per non trovare diretta disciplina nella legge, ma appunto nell’autonomia delle parti.
Calcolo del Trattamento di Fine Mandato
La sfera fiscale legata al Trattamento di Fine Mandato è un aspetto cruciale e merita attenzione da parte di chi opera nel mondo delle società di capitali.
Il TFM si è molto diffuso nella pratica, quale strumento di pianificazione fiscale, perché rappresenta un costo per la società e ne è consentita, per competenza, la deduzione dell’importo stanziato annualmente. La tassazione in capo all’amministratore, quale reddito assimilato a quello di lavoro dipendente, è “differita” al momento in cui l’indennità verrà materialmente corrisposta, alla conclusione del mandato, trattandosi di reddito tassato per “cassa”.
Non esiste una norma civilistica che preveda né un metodo di calcolo, né l’obbligatorietà del TFM (come invece avviene per il TFR), per cui la determinazione dell’indennità è rimessa alle parti.
Sebbene la gran parte della giurisprudenza abbia osservato che non esiste alcuna norma che limiti l’entità del TFM deducibile in capo alla società, una parte minoritaria ha sostenuto che si applichi al TFM il medesimo criterio di calcolo del TFR , il quale prevede che “tale trattamento si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all’importo della retribuzione dovuta per l’anno stesso divisa per 13,5”.
Al di là del dibattito dottrinale sulla questione, si osserva che se l’ammontare del TFM è determinato secondo il calcolo del TFR, la società si pone al riparo da qualsiasi contestazione da parte dell’Amministrazione finanziaria circa l’importo deducibile dell’indennità accantonata annualmente.
Come funzionale l’accantonamento del TFM
L’accantonamento del TFM deve essere effettuato in modo sistematico e regolare, in modo da garantire all’amministratore un’erogazione del TFM al termine del suo mandato.
Di seguito le due principali modalità di accantonamento ed erogazione:
- la società accantona direttamente le quote di indennità di fine mandato, pertanto di creerà un fondo a bilancio;
- la società accende una polizza assicurativa per garantirsi la copertura delle quote di indennità (il cui beneficiario può essere la società o l’amministratore stesso).
Contributi, tassazione e consigli per una gestione fiscale corretta
La società è tenuta a versare all’INPS i contributi previdenziali relativi al TFM. I contributi previdenziali sono calcolati sul valore complessivo del TFM, al lordo della ritenuta d’acconto.
L’erogazione del TFM avviene al termine del mandato dell’amministratore. L’amministratore è tenuto a dichiarare il TFM ai fini fiscali, come reddito assimilato a quello di lavoro dipendente. La società è tenuta a trattenere all’amministratore una ritenuta d’acconto del 20%, che viene versata all’Erario.
La tassazione del TFM segue generalmente le regole previste per i redditi da lavoro autonomo, ma è essenziale rimanere aggiornati sulle norme vigenti per evitare inesattezze. Inoltre, esistono determinate circostanze o regimi fiscali che possono offrire agevolazioni o particolarità nella gestione fiscale del TFM.
Per garantire una corretta gestione fiscale, è sempre consigliato avvalersi della consulenza di un esperto in materia tributaria, al fine di navigare con sicurezza tra le molteplici normative che regolamentano questo ambito.
Casi particolari ed eccezioni
Il TFM non è dovuto in tutti i casi. In particolare, non è dovuto nei seguenti casi:
- Mandato di durata inferiore a un anno: il TFM è dovuto solo se il mandato ha una durata di almeno un anno.
- Dimissioni volontarie dell’amministratore: il TFM è dovuto solo se l’amministratore viene destituito dall’incarico, o se il mandato termina per altri motivi non imputabili all’amministratore.
- Destituzione per giusta causa dell’amministratore: il TFM non è dovuto se l’amministratore viene destituito dall’incarico per giusta causa.
- Inadempimento dell’amministratore: il TFM può essere ridotto o negato se l’amministratore ha commesso degli inadempimenti durante il suo mandato.
Inoltre, il TFM può variare in base a una serie di fattori, tra cui:
- La durata del mandato: il TFM è generalmente maggiore per i mandati di durata più lunga.
- La complessità dell’incarico: il TFM è generalmente maggiore per gli incarichi più complessi.
- I risultati conseguiti dall’amministratore: il TFM può essere aumentato o diminuito in base ai risultati conseguiti dall’amministratore.
In sintesi, il TFM è un diritto dell’amministratore che può essere riconosciuto in base a una serie di condizioni. È importante che l’amministratore e la società siano a conoscenza delle condizioni in cui il TFM è dovuto o non dovuto, in modo da evitare controversie.
Conclusione e Considerazioni Finali
Il Trattamento di Fine Mandato rappresenta un elemento importante nella gestione del rapporto tra amministratori e società, con implicazioni di natura legale, fiscale e strategica.
Una corretta gestione del TFM è fondamentale per garantire la sostenibilità e la compliance della società. Gli amministratori devono essere consapevoli dei propri diritti in tema di TFM, mentre le società devono prevedere accantonamenti congrui e una gestione trasparente delle relative risorse.
Sul fronte fiscale, il TFM deve essere dichiarato e tassato correttamente, nel rispetto della normativa vigente. La complessità della materia richiede spesso il supporto di professionisti qualificati per evitare rischi di contestazioni o sanzioni.
Guardando al futuro, è probabile che il TFM rimarrà un tema caldo, con possibili nuove evoluzioni normative volte a chiarirne i contorni e la disciplina. Un dibattito aperto riguarda la sua natura giuridica e la possibilità di equipararlo a un vero e proprio TFR.
In ogni caso, una riflessione condivisa tra tutti gli stakeholder può portare a trovare il giusto equilibrio tra diritti e doveri di amministratori e società. Un equilibrio che permetta di garantire adeguati compensi differiti senza appesantire eccessivamente i bilanci aziendali.
Dottore Commercialista